Che bella abbronzatura! Al ritorno delle vacanze è il complimento più ambito.
L’estate, il caldo, il sole regalano benessere per il corpo e la mente, dorando la nostra epidermide con un’abbronzatura come ricordo dei giorni di svago e vacanza
Perchè sia vera abbronzatura occorre che il sole faccia il suo corso e che il nostro corpo metta in atto quei processi di autotutela (melanogenesi) che portano a mantenere per un po’ di tempo l’epidermide dorato.
Qualcuno ama accelerare questo processo e ricorre agli autoabbronzanti ma facendolo riconcorre solo una soddisfazione effimera.
Vi spieghiamo perchè questi prodotti non offrono protezione solare e hanno un affetto assai ridotto nel tempo.
Cosa sono gli autoabbronzanti
Sono cosmetici in grado di simulare l’abbronzatura, senza esposizione ai raggi solari.
In commercio li troviamo sotto forma di creme, lozioni o spray, e costituiscono una alternativa per chi non vuole rinunciare alla tintarella estiva limitando però i danni dei raggi UV.
Il principio attivo più usato è il diidrossiacetone, il quale reagisce con gli aminoacidi dello strato corneo della pelle attraverso una reazione simile alla “reazione di Maillard” (ormai nota a chi vede Masterchef perchè è quella che scurisce le carni e gli alimenti durante la loro cottura) generando dei pigmenti brunastri chiamati melanoidine.
Attenzione però. Si tratta di una colorazione del corpo temporanea che svanisce col naturale ricambio cellulare.
Sono prodotti che non stimolano la produzione di melanina, non offrono alcuna protezione dai raggi solari e non sono la vera abbronzatura che in fondo non è null’altro se non la naturale reazione del nostro corpo ai raggi solari, come protezione.
Proprio perchè non proteggono dai raggi del sole, l’uso degli autoabbronzanti deve essere comunque accompagnato dall’uso delle creme solari durante l’esposizione al sole.
Abbronzatura artificiale: come agiscono queste creme
Abbiamo detto che la maggior parte di queste creme utilizzano come principio attivo il diidrossiacetone (DHA), un composto particolarmente reattivo, perché contiene un gruppo carbonilico (–C=O) e due gruppi ossidrilici (–OH).
Spalmata sulla pella questa molecola viene assorbita dallo strato corneo, il livello più esterno dell’epidermide, dove entra in contatto con alcune biomolecole, principalmente aminoacidi liberi e proteine.
Nella maggior parte dei casi, la reazione avviene con gli amminoacidi presenti nella cheratina, attraverso la già citata “reazione di Maillard”.
Questo processo porta alla formazione di composti brunastri chiamati melanoidine, in grado di conferire alla pelle una colorazione più scura.
L’effetto di questa reazione è visibile già dopo un’ora, anche se si ottiene il risultato più evidente dopo 8-24h.
Quanto dura l’effetto?
La reazione che produce il colore avviene a livello superficiale e interessa solo le cellule dello strato corneo.
Essendo una reazione assolutamente superficiale e essendo il nostro corpo soggetto ad un fisiologico turnover cellulare, in breve le cellule scurite lasciano spazio a cellule normali, prived i abbronzatura.
E’ questo il motivo per cui, non essendo un processo naturale (melanogenesi), la pelle trattatacon autoabbronzanti in breve torna al suo stao d’origine